La Cannabis Sativa L. è una pianta suddivisa in moltissime varietà disseminate su tutti i continenti emersi ma resa illegale sin dal lontano 14 giugno 1937, quando l’approvazione della legge “Marihuana Tax ACT” negli Stati Uniti diede inizio ad un periodo di proibizionismo in tutto il mondo. Recentemente, sempre più paesi stanno iniziando a legalizzare la pianta di Canapa e i suoi derivati per uso medico e ricreativo. Ma qual è la situazione in Italia, a Febbraio 2019?
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La Cannabis è legale?
Ogni nazione che abbia ratificato gli accordi internazionali sul traffico di sostanze stupefacenti è obbligata ad emettere leggi specifiche e mirate per poter avere una deroga agli accordi internazionali. Questo comporta che le legislazioni di tutto il mondo sono molto diverse per dati e modalità di applicazione, e spesso addirittura in contrasto tra loro.
In Italia, dopo decenni di proibizionismo, la pianta di Canapa è tornata legale come da legge 242/2016 “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”. Questa nuova normativa ha permesso l’apertura della cannabis e dei suoi derivati a nuovi mercati come descritto dalla legge e con regole assai specifiche per alcuni aspetti, ma lacunoso su molti altri, perché persiste il problema della mancanza di decreti attuativi e/o circolari ministeriali che ne chiariscano le zone d’ombra.
Oggi il vero problema sembra essere la legislazione riguardo la destinazione d’uso dei derivati della Canapa, perché al momento è normato solo ciò che deriva dal seme per scopo alimentare o l’utilizzo nella cosmesi.
E’ legale coltivare la Canapa?
Si, certamente che è lecito coltivare Cannabis Sativa L., grazie alla L. 242/2016 emanata soprattutto per tutelare la coltivazione della canapa e i suoi agricoltori dalle pesanti sanzioni penali della legge sugli stupefacenti (L.309/90). La nuova normativa riconosce a pieno la legalità della coltivazione solo ed esclusivamente se le piante derivano da semi certificati appartenenti alle varietà iscritte al registro europeo, consultabili sul “Plant variety database – European Commission“; tutte le altre coltivazioni sono da ritenersi illegali sul territorio nazionale.
La legge 242/2016, all’Art.3, descrive gli obblighi inderogabili per l’agricoltore che vuole coltivare legalmente cannabis in Italia:
Art. 3 – Il coltivatore ha l’obbligo della conservazione dei cartellini della semente acquistata per un periodo non inferiore a dodici mesi. Ha altresì l’obbligo di conservare le fatture di acquisto della semente per il periodo previsto dalla normativa vigente.
Come comportarsi con le Forze dell’Ordine
Le Forze dell’Ordine che lavorano abitualmente con realtà agricole stanno finalmente iniziando a conoscere e applicare le nuove normative, ma il vero problema sembra esserci in territori urbanizzati, dove gli operatori si trovano a dover valutare se la cannabis rinvenuta sia legale legale o meno.
Nel caso si venga fermati dalle Forze dell’Ordine con della cannabis light legalmente acquistata, è importante dichiarare, e far mettere successivamente a verbale, che si tratta di cannabis a basso contenuto di delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e che si ricade nella legge 242/2016; può essere utile avere la confezione originale e lo scontrino di acquisto, due elementi probatori della veridicità della dichiarazione.
E’ anche importante tenere a mente che la cannabis light è venduta come profumo per ambienti o scopo collezionistico, pertanto non è previsto il consumo umano dalle leggi vigenti in Italia.
Cosa si rischia
Purtroppo il nostro paese è molto diverso nel territorio e nella formazione delle Forze dell’Ordine, pertanto si può rischiare tutto e niente, dipende dall’accusa e dalle quantità che vengono rinvenute.
Cannabis Light
- Se la confezione è sigillata e le Forze dell’Ordine ritengono che il prodotto non sia stato manomesso, il controllo può risolversi senza neanche un verbale.
- Se la confezione è aperta e ci sono dubbi sull’integrità del prodotto, il pubblico ufficiale può verbalizzare il sequestro preventivo per inviarlo al centro di analisi. Se la cannabis risulterà con un THC<0,5% decadrà d’ufficio l’accusa di detenzione di sostanza stupefacente.
- Se a seguito di un controllo le Forze dell’Ordine vogliono applicare la 309/90 in modo forzato, chiamate immediatamente il vostro avvocato di fiducia e non affidatevi mai ad un avvocato d’ufficio.
Cannabis con THC>0,5%
- Art.75 della legge 309/90 chi detiene sostanza stupefacente per uso personale è soggetto a:
- sospensione della patente di guida o divieto di conseguirla;
- sospensione della licenza di porto d’armi o divieto di conseguirla;
- sospensione del passaporto e di ogni altro documento equipollente o divieto di conseguirli;
- sospensione del permesso di soggiorno per motivi di turismo o divieto di conseguirlo se cittadino extracomunitario.
- Art.73 della legge 309/90 chi “… coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope…” è prevista la pena della reclusione da 2 a 6 anni.
- L’ammontare della multa dipende dalla gravità del reato e può consistere in una somma da € 5.164,00 a € 77.468,00.
Fino quando il legislatore non chiarirà le diverse interpretazioni e i vuoti legislativi della legge 242/2016 o fino a che non si sarà creata una consolidata giurisprudenza in merito, resterà la possibilità per le Forze dell’Ordine del legittimo sospetto, che la sostanza ricada nella legge 309/90 sugli stupefacenti, e solo i laboratori di analisi autorizzati possono valutare la legalità della sostanza sequestrata.