Il 10 maggio 2019, come promesso dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini, è arrivata puntuale la direttiva per reprimere e far chiudere i negozi che vendono la Cannabis Light.
Da una lettura della circolare si nota subito come non ci sia nulla di particolarmente rivoluzionario, ma si tratti del solito invito generico ad aumentare i controlli e quindi la repressione contro questi negozi e i suoi clienti.
La direttiva si muove su tre fronti: nel primo si vuole dimostrare come la vendita delle infiorescenze sia illegittima, citando fonti scelte per convenienza alla tesi della repressione. Nella seconda parte, si invitano le forze dell’ordine ad aumentare i controlli presso questi negozi. Infine, nella terza ed ultima parte, si invitano i prefetti a fare pressioni sui sindaci per far approvare ordinanze restrittive e limitare il consumo.
Andiamo ora ad approfondire nel dettaglio la direttiva sulla Canapa del Ministro Salvini ed i suoi punti deboli.
Sezioni
Prima parte: la citazione delle fonti (di parte)
La prima sezione della direttiva cita una circolare del Ministero della Sanità firmata dal precedente Ministro Lorenzin, in forza allo scorso governo Gentiloni: questa circolare è stata smentita proprio dall’attuale Ministro Giulia Grillo poco dopo essere entrata in carica.
Sempre in questo primo punto, si cita una sentenza della IV Corte di Cassazione che aveva espresso dubbi sulla legittimità della vendita di infiorescenze di canapa. Ma il Ministro sembra non sapere che altre sezioni della Corte di Cassazione hanno dato pareri opposti, come la VI sezione che invece sostiene la piena legittimità della vendita delle infiorescenze.
In ogni caso, si è in attesa della decisione della Cassazione a Sezioni Unite, che si terrà il 30 maggio 2019, per avere una posizione chiara ed uniforme della Corte di Cassazione, visto che ad oggi ogni sezione ha deciso per conto suo con esiti diversi.
Seconda parte: l’aumento dei controlli
Nella seconda parte la circolare invita le forze dell’ordine a fare “una puntuale ricognizione di tutti gli esercizi e le rivendite presenti sul territorio”, coinvolgendo oltre che le forze dell’ordine, anche le amministrazioni locali. Insieme a questa ricognizione si invita anche a fare dei controlli approfonditi sul possesso di tutte le certificazioni (come igiene, agibilità, impianti, sicurezza, ecc). L’intento repressivo è molto chiaro, oltre al voler trovare qualsiasi motivazione per poter chiudere o comunque creare difficoltà a questi negozi. Altra prova, che il Ministro non ha (fortunatamente) strumenti per modificare una legge, che per come è stata interpretata fino ad oggi, legittima la vendita delle infiorescenze.
Terza parte: le ordinanze restrittive da parte delle amministrazioni locali
Nell’ultima parte si chiede alle prefetture di controllare la posizione degli esercizi commerciali che vendono Cannabis Light, proibendone l’apertura nelle vicinanze di luoghi sensibili come scuole, ospedali, centri sportivi, parchi giochi e più in generale, luoghi di aggregazione soprattutto giovanile.
Si chiede anche alle amministrazioni locali di prevedere una distanza minima di 500 metri da questi luoghi considerati a rischio. Di fatto questa richiesta rende impossibile l’apertura di questi negozi, perché difficilmente si troveranno dei luoghi che in un’area di 500 non abbiamo scuole, ospedali, parchi o altri luoghi di aggregazione.
Distanza dai luoghi a rischio
Teniamo a far presente, come abbiamo sempre fatto con tutti quanti ci hanno interpellato in questi mesi per informazioni in merito a questo tipo di attività, che è sempre consigliato stare lontani da scuole o altri luoghi a rischio e frequentati dai giovani, proprio per non rischiare questo tipo di repressione. Il nostro consiglio (e dei nostri consulenti) è sempre stato di stare almeno a 500 metri da questi luoghi. Vero che nessuno aveva avuto una fantasia come il Ministro Salvini, che ha voluto includere in questi luoghi a rischi anche gli ospedali e più genericamente qualsiasi luogo affollato o di aggregazione.
Le nostre conclusioni
In conclusione, leggendo la circolare si nota come si tratti di una direttiva dettata da puri intenti propagandistici, e visto il periodo, non riusciamo a non vedere una palese intenzione di fare campagna elettorale per le prossime elezioni europee, a spese di imprenditori che hanno investito risorse ed energie in nuove attività. Attività legali che fatturano, pagano tasse, creano posti di lavoro ed un indotto completamente nuovo in un settore, quello della canapa, che negli ultimi decenni ha ricevuto solamente attacchi. Senza considerare le decine di milioni d investimenti che sono arrivati dall’estero in Italia nell’ultimo anno.
Puoi consultare la circolare di Salvini qui.