Prosegue l’offensiva del Governo nei confronti del settore della canapa in Italia. Dopo il recente annuncio che l’olio di CBD è considerato stupefacente, si fanno sempre più esasperate le voci dei coltivatori di questa pianta nel nostro territorio, a seguito di continui sequestri immotivati e di una legislazione non sempre al passo con i tempi e che sembra prestarsi a più interpretazioni a volte contrastanti.
Per questa ragione, recentemente il Senatore del M5S Gianluca Ferrara insieme ai vertici di Versilcanapa e Coldiretti hanno visitato l’azienda agricola Vecoli di Massarosa (in provincia di Lucca), oggetto nelle scorse settimane del sequestro di circa metà della propria coltivazione di canapa industriale. Una visita finalizzata ad indagare lo stato di un settore che impiega migliaia di persone in tutta Italia, e che adesso si trova a fare i conti con la pesante crisi economica che ha costretto le aziende a mettere diversi lavoratori in cassa integrazione e causato danni per migliaia di euro.

L’ex presidente di Coldiretti Cristiano Genovali, presente alla visita, ha dichiarato “Le aziende agricole vogliono coltivare questa specie botanica con chiarezza, rispettando le leggi, senza rischiare di incorrere in processi per coltivazione di sostanze stupefacenti”. Pesante anche il giudizio del Senatore Ferrara, che ha rimarcato la necessità di perseguire chi viola le regole tutelando però un comparto agricolo strategico per il paese, sopratutto nell’ottica di un progressivo abbandono della plastica per alternative più naturali. Nelle prossime settimane, ha promesso, presenterà un’interrogazione parlamentare al Ministero competente per coinvolgere anche le istituzioni locali sui sequestri e proporre modifiche concrete alla normativa attuale.
“La produzione di questa pianta” prosegue Ferrara “è ormai una realtà consolidata in molti paesi occidentali, dagli Stati Uniti al Canada, dalla Spagna all’Olanda. Non dobbiamo arrivare ultimi in questa corsa verso una società economicamente compatibile con l’ambiente. I produttori” ha concluso “Hanno bisogno di un quadro normativo chiaro e univoco che stabilisca cosa si può produrre e cosa no”.