Il nascente settore della cannabis light in Italia, nonostante le recenti pressioni del Ministro Salvini, sottrae alla criminalità organizzata fino a 170 milioni di euro all’anno. E’ questa la conclusione di un recente studio di Leonardo Madio, ricercatore presso l’Université Catholique de Louvain, intervistato da Business Insider nella giornata di ieri.
La ricerca, condotta insieme al professore Vincenzo Carrieri (Università della Magna Grecia) e al ricercatore Francesco Principe (Erasmus School of Economics di Rotterdam), ha preso in esame l’effetto economico e sociale della parziale liberalizzazione del dicembre 2016 in Italia, che ha reso possibile la coltivazione di alcune varietà di canapa con un contenuto di THC inferiore allo 0,6%.
Interessanti le conclusioni dello studio: oltre all’ingente danno economico per la criminalità organizzata, è rilevante notare anche la riduzione del numero di confische di sostanze illegali, così come è calato il numero di coltivazioni di marijuana fuori legge; tutto questo si traduce in un minor impegno per le forze dell’ordine che possono così concentrarsi su altri reati, oltre alla riduzione del numero di detenuti che gravano sulle casse statali. Gli arresti per possesso di canapa sono infatti calati del 3%, come si è ridotto il numero di stranieri (-3%) e minori (-15%) coinvolti in questo tipo di reati.

Il mercato della cannabis legale in Italia e nel resto del continente sembra destinato a crescere ulteriormente: secondo lo studio, circa il 7% della popolazione continentale (equivalente a circa 23,5 milioni di persone) ha fatto uso di questa sostanza nel 2016, con una percentuale più che doppia (19%) di giovani in Italia che ha dichiarato di averla utilizzata nello stesso periodo. Una percentuale di questi consumatori si sta quindi progressivamente spostando verso l’utilizzo di prodotti legali, venduti da una rete di grow shop diffusi su tutto il territorio e un nascente mercato anche su internet.
Un ulteriore vantaggio della legalizzazione, secondo gli autori, è dato dalla riduzione delle vendite di farmaci di fascia A come ansiolitici, sedativi, anti emicranici e antidepressivi: sempre più persone sembrano scegliere alternative naturali per trattare questi sintomi, dal momento che si tratta di un prodotto disponibile e accessibile anche senza una prescrizione medica.