La Cannabis Light è un fenomeno principalmente Italiano e Svizzero; nel nostro paese la legislazione permette che le infiorescenze arrivino fino ad un contenuto di THC di 0,6%, utilizzando i semi contenuti all’interno dell’elenco della Commissione Europea, mentre in Svizzera il limite è dell’1%.
Risulta molto difficile avere dei dati per la sola cannabis light, in quanto queste coltivazioni rientrano in quelle industriali, che nell’Unione Europea arrivavano a 33.000 ettari nel 2016 secondo le stime di EIHA, l’associazione della canapa industriale europea che riunisce diverse decine di coltivatori e produttori in tutta Europa.
Di questo totale, quasi la metà si trova in Francia, con ben 17.000 ettari, mentre in seconda posizione con un grande distacco troviamo l’Estonia con 3500 ettari. L’Italia invece si posiziona quarta con 2300 ettari, dietro ai Paesi Bassi con 2400 ettari.
Svizzera
All’inizio del 2017 i produttori registrati di cannabis light erano 5, dodici mesi dopo erano già 490 per arrivare a 630 a luglio 2018. Questo boom ha portato ad una sovrapproduzione che ha costretto la Svizzera ad esportare il prodotto in eccesso nei paesi confinanti come Italia, Francia e Austria. Questa grande disponibilità di prodotto ha portato ad un calo dei prezzi all’ingrosso, come è successo anche in Italia quest’anno, ma premiando comunque la qualità, come stiamo vedendo proprio in questi mesi del 2019 anche nella nostra penisola.

Nell’estate del 2018 i prezzi al dettaglio di un grammo variavano dai 11 ai 13 Euro, mentre il prezzo all’ingrosso era di circa 1700 Euro al chilogrammo. Nel 2017 le stime per il mercato della cannabis light, quindi con THC sotto l’1%, erano di 80-90 milioni l’anno. Ad oggi non abbiamo altri dati aggiornati.
La Svizzera esporta anche molte talee, soprattutto in Austria, dove c’è un florido mercato per queste piante. Tale esportazione pare avvenga anche verso l’Italia, importando così delle piante che anche se rispettano i limiti di THC, non rientrando nella tabella dei semi di canapa della Commissione Europea e non potrebbero essere coltivate nel rispetto della legge vigente.
Francia
Nel 2016 era il paese con la maggior estensione in ettari di terreni coltivati a canapa con quasi la metà della coltivazioni europee, arrivando a 17000 sui 33000 ettari totali coltivati in Europa.

Nell’estate del 2008 sono stati aperti i primi negozi di cannabis light, grazie ad un vuoto normativo, vendendo prodotti acquistati prevalentemente dall’estero come Svizzera e Italia. Anche in Francia, come in Italia, le infiorescenze non possono essere vendute per il consumo umano, quindi non possono essere fumate. Gli stessi produttori anche in Francia non scrivono gli utilizzi di questo prodotto, che rimane quindi una libera interpretazione del consumatore.
Austria
Si hanno poche informazioni ad oggi, perché il fenomeno della cannabis light in Austria è troppo recente. Per il momento sappiamo che la Svizzera esporta molti cloni in Austria, rendendola il mercato principale per le talee: la vendita infatti è legale purché sotto la soglia legale di THC, quindi fino a quando non inizia la fioritura.

Il settore della canapa in Austria è in netta crescita anche sul fronte dell’olio di CBD, insieme alla coltivazione della canapa destinata al settore tessile e degli eco-materiali impiegati in edilizia.
Regno Unito
La cannabis rimane illegale nel Regno Unito, con pene fino ad un massimo di cinque anni per il semplice possesso. Nonostante la severità delle leggi, la posizione del governo e delle forze dell’ordine sembra essere abbastanza permissiva, almeno entro certi limiti di quantità.

Sono in corso discussioni sulla legalizzazione, anche se i recenti eventi della Brexit sembrano aver messo la discussione in secondo piano. La cannabis terapeutica è disponibile per un ristretto numero di malati dietro prescrizione medica dalla fine dello scorso anno.
Per quanto riguarda gli altri Paesi?