Ieri 30 maggio 2019 le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione si sono espresse sulla legittimità o meno della vendita della cannabis sativa L, chiamata gergalmente Cannabis Light. La sentenza non sembra favorevole al nascente settore della canapa: la Corte ha infatti stabilito:
La commercializzazione di ‘cannabis sativa L’. e, in particolare, di foglie, inflorescenze, olio, resina, ottenuti dalla coltivazione della predetta varietà di canapa, non rientra nell’ambito di applicazione della legge n.242 del 2016 che qualifica come lecita unicamente l’attività di coltivazione di canapa […] pertanto integrano reato le condotte di vendita e, in genere, la commercializzazione al pubblico, a qualsiasi titolo, dei prodotti derivati dalla coltivazione della ‘cannabis sativa L.’, salvo che tali prodotti siano in concreto privi di efficacia drogante.
Ma per sapere esattamente cosa ha deciso la corte bisognerà aspettare alcune settimane per avere in mano i documenti: i media nazionali però hanno già iniziato con i titoli sensazionalistici in cui si dice che è stata vietata la vendita di prodotti derivati dalla canapa, creando ovviamente il panico fra gli addetti del settore.
La realtà è ben diversa, perché le Sezioni Unite hanno specificato che è vietata le cessione di questi derivati “salvo che tali prodotti siano in concreto privi di efficacia drogante”: questo significa che tutti quei prodotti derivati con un THC inferiore allo 0,5%, e quindi privi di effetto drogante come da consolidata letteratura scientifica e dalla tossicologia forense, sono ancora commercializzabili.
Come da decreto del Ministero della salute dell’11 Aprile 2016, il limite non drogante è dello 0,5% di THC ed è lecita la commercializzazione dei prodotti con meno di 25mg di THC, quindi una confezione da 5 grammi di fiori secchi, deve contenere meno dello 0,5% di THC. Tutto come prima quindi, almeno fino a nuove istruzioni da parte della Corte di Cassazione.
Staremo a vedere se, in tempi di crisi economica, il Governo deciderà di abbattere l’intero comparto commerciale della Canapa. Secondo un recente studio, il settore della Canapa in Italia vale diversi milioni di euro fra imposte riscosse e risparmi dalle forze dell’ordine che possono dedicarsi ad attività più importanti.