A seguito delle recenti chiusure legislative in Italia e alcune parti d’Europa, l’Associazione Europea per la Canapa Industriale, l’EIHA, ha presentato un documento per provare che i fiori e le foglie di cannabis vengono consumati come alimento sin dall’antichità, dimostrando così che non si può classificare il CBD e gli altri derivati dei fiori come “Novel food” e quindi soggetto a regolamentazioni particolari.
Cosa sono i Novel Food?
Facciamo un passo indietro per capire cosa sono i Novel Food e come rientrano nel mondo della canapa.
In questi “nuovi alimenti” rientrano ad esempio gli insetti, le alghe e altri ingredienti non tradizionalmente associati al consumo come cibo; fanno parte di questa categoria anche organismi geneticamente modificati e alimenti con un processo di produzione particolare e non generalmente utilizzato a scopo alimentare.
Dal primo Gennaio 2018 è cambiato l’iter delle autorizzazioni per poter vendere nell’Unione Europea i Novel Food, mentre ad inizio 2019 è iniziato un processo di revisione a livello comunitario per rivedere la classificazione del CBD, dei cannabinoidi e di altri prodotti alimentari ricavati dalla canapa. Tuttavia, questa nuova regolamentazione si è spesso trovata in conflitto con la legislazione esistente, molto proibizionista e contraria a qualsiasi vendita di prodotti derivati da questa pianta, compreso l’utilizzo nel campo della cosmetica, sempre più diffuso.
Il CBD non è un Novel food: la tesi dell’EIHA
E’ in fase di analisi da parte delle autorità europee la possibilità di inserire il CBD nei Novel food, quindi in questa grande categoria di “nuovi alimenti” che però richiedono degli iter di approvazione per la vendita molto lunghi e complessi, che solo le grosse aziende possono permettersi in termini di costi e tempistiche. Proprio per questo motivo diversi piccoli produttori hanno azzardato che si tratti di una mossa lobbistica per alzare la soglia di accesso in questo settore, al contrario della situazione attuale dove anche le piccole e medie imprese possono essere concorrenziali.
L’Associazione Europea per la Canapa Industriale (EIHA) negli ultimi mesi ha lavorato su un documento per dimostrare che i fiori, e quindi il CBD, venivano consumati per uso alimentare anche prima del Maggio 1997, ma addirittura sin dal XII° secolo: di conseguenza i fiori, e quindi il CBD, non potrebbero rientrare nella regolamentazione dei Novel Food perché si tratta di un alimento tutt’altro che nuovo.
La tesi dell’EIHA, inoltre, è che catalogare come Novel Food nell’Unione Europea il CBD creerebbe grosse difficoltà al settore della canapa ed in particolare a quello del cannabidiolo, mentre favorirebbe altri mercati come gli Stati Uniti, la Svizzera, il Canada e la Cina.