I recenti cambiamenti legislativi stanno lentamente riportando la pianta di Canapa fuori dal Proibizionismo iniziato a metà del XX Secolo: ne sono prova le recenti liberalizzazioni per l’uso ricreativo in tutto il mondo e la ripresa dell’attività di ricerca in campo medico e industriale. Ma c’è un altro aspetto della Canapa, finora trascurato, che sta fortunatamente tornando in auge: l’uso alimentare.
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Le proprietà dei semi di Canapa
Una delle parti più nutrienti di questa pianta sono i semi: contengono infatti il 25% di proteine e tutti e 8 gli amminoacidi essenziali, rendendoli un alimento molto nutriente e altamente digeribile grazie all’elevato apporto di fibre alimentari, che sfiora il 40%. Sono inoltre ricchissimi di vitamine e minerali come potassio, zinco, fosforo e magnesio, mentre l’apporto di grassi garantisce l’assunzione di omega-3 e omega-6 che hanno un effetto positivo sul sistema nervoso e immunitario. Si tratta quindi di un alimento completo e molto bilanciato, ottimo per chi pratica sport e per chi cerca un’alimentazione sana e naturale.
E’ importante ricordare che i semi di Canapa non contengono THC: l’assenza di questo principio attivo li rende quindi liberamente vendibili ovunque, perché privi di qualsiasi sostanza illegale secondo l’attuale legislazione. Proprio per questo, da molto tempo i semi di canapa si trovano anche nel becchime e nel cibo per animali in vendita nei comuni supermercati.
Il sapore dei semi di Canapa è gradevole e ricorda un po’ quello della nocciola: proprio per questo è possibile ricavarne una grande varietà di alimenti, grazie anche all’assenza di glutine che rende questo ingrediente adatto per chi soffre di celiachia.
Il consumo di semi di canapa è considerato generalmente sicuro, anche se bisogna prestare attenzione in caso di assunzione di farmaci anticoaugulanti e non esagerare con le quantità, dato l’elevato apporto di grassi, per quanto sani.
Come consumare i semi di Canapa?
I semi di questa pianta sono impiegati in una grande varietà di alimenti: è possibile mangiarli crudi come frutta secca o cereali, aggiungerli allo yogurt e arricchire prodotti da forno dolci e salati. Sono anche adatti a condire insalate e molti altri prodotti a base vegetale, e possono essere impiegati interi o schiacciati in grani come si fa comunemente con le spezie.
Tramite la spremitura a freddo, è possibile ottenere un olio vegetale di buona qualità ma che tende a irrancidire facilmente: per questa ragione dovrebbe essere conservato in frigorifero e utilizzato al più presto dopo la produzione. Metodi di lavorazione differenti dei semi permettono di ottenere una bevanda, il latte di canapa, e persino una variante canaposa del tofu, un alimento molto comune nella dieta vegetariana.
E’ importante conservare i semi di canapa in un contenitore ermetico riposto in un ambiente asciutto e al riparo dalla luce, possibilmente in frigo, per preservarne il più a lungo possibile le caratteristiche organolettiche. Normalmente, un seme può durare fino a 14 mesi dal momento della produzione, ma temperature più basse possono arrivare anche a raddoppiare questo periodo. Il seme andato a male tende generalmente ad assumere un colorito più scuro e perdere gli strati superficiali.
Quanto sono nutrienti i semi di Canapa?
Secondo il prestigioso database dell’USDA (il Dipartimento dell’agricoltura statunitense), un cucchiaio di semi di Canapa corrispondente a 30 grammi fornisce all’organismo:
- 166 calorie
- 9.47 grammi di proteine
- 14.62 grammi di grassi
- 2.6 grammi di carboidrati
- 21 mg di calcio
- 2.38 mg di ferro
- 210 mg di magnesio
- 495 mg di fosforo
- 360 mg di potassio
- 2.97 mg di zinco
Oltre a importanti quantità di vitamina C, B, A e E.
Dove comprare i semi di Canapa?
Dal momento che, come abbiamo visto, la vendita di semi di Canapa a scopo alimentare non è soggetta a nessun obbligo di legge per l’assenza di THC, è possibile trovare questo alimento in una grande varietà di erboristerie, supermercati e negozi di alimentari naturali, oltre naturalmente a moltissimi siti internet.
E’ sempre importante valuta attentamente la qualità del prodotto, scegliendo di affidarsi a produttori conosciuti e che utilizzino preferibilmente metodologie di coltivazione biologiche.