E’ notizia di ieri che la Svizzera abbia fatto un altro passo verso la legalizzazione della Canapa ad uso ricreativo: nella giornata appena trascorsa infatti è stato trasmesso al Parlamento, da parte del Consiglio Federale Svizzero, la base legale per l’avvio di alcuni progetti pilota volti a studiare la legalizzazione dell’uso ricreativo della Canapa.
Non si tratta di una legalizzazione completa, si è affrettato a chiarire il “ministro” dell’Interno Alain Berset nel corso di una conferenza stampa, ma di un semplice studio per affrontare il problema. La Svizzera infatti ha investito moltissimo nella repressione negli anni scorsi, ma senza ottenere grandi risultati: secondo le stime dello stesso Governo infatti il numero dei consumatori è rimasto pressoché stabile, e il mercato continua ad essere interamente in mano alla criminalità organizzata.

I consumatori di Canapa “illegale” al momento in Svizzera sarebbero oltre 200.000, in balia di un mercato non regolamentato e senza nessuna garanzia di qualità e non tossicità del prodotto consumato. Ma la situazione potrebbe presto cambiare radicalmente.
Il progetto pilota, in partenza nei prossimi mesi, riguarderà esclusivamente infiorescenze di piante con THC superiore all’1%. Non si tratta quindi di Cannabis Light, ma della più comune “erba” venduta sul mercato nero. Nelle intenzioni del Consiglio la prima fase di test durerà fino a cinque anni e sarà prorogabile per un totale di dieci.
I partecipanti al progetto pilota per l’uso ricreativo saranno circa 5000: dovranno essere residenti in Svizzera e con un dimostrabile consumo di Cannabis. Una volta iscritti, avranno la possibilità di acquistare una quantità limitata (10 grammi circa) al mese che non potranno però cedere a terzi o consumare in luoghi pubblici, e dovranno essere costantemente seguiti da un medico che ne monitorerà lo stato di salute e l’avanzamento nel progetto.
Secondo Berset, lo studio sugli effetti dell’uso ricreativo della Cannabis sarà fondamentale per capire come ridurre i danni alla salute dei consumatori e contrastare il mercato illegale. Che l’apertura della Svizzera diventi un esempio da seguire anche oltreconfine?