E’ stato aperto lo scorso fine Ottobre a Cerignola, in Puglia, il nuovo centro per la trasformazione della canapa industriale, attualmente il più grande in Italia. Realizzato da una collaborazione fra l’azienda Bio Hemp Trade e la cooperativa Palma D’oro, il nuovo stabilimento sarà fondamentale per il nascente comparto della canapa industriale che sta acquistando sempre maggiore rilevanza anche nel nostro paese.
“Chiudere la filiera della canapa diventa strategico per questo comparto. Farlo in Puglia, nel raggio di 100 chilometri, è un ulteriore motivo di orgoglio per questa Regione che crede da tempo nel rilancio di questa coltura” ha dichiarato all’inaugurazione il sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L’Abbate. “Dai campi all’industria, sia essa agroalimentare, edile o tessile” ha spiegato “migliorare il comparto è l’obbiettivo primario della proposta di legge fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle e l’argomento sarà al centro delle discussioni presso il nuovo tavolo della filiera creato al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali”.
Con l’avvio del centro, si completa la filiera della canapa nella Regione: poco distanti infatti si trovano diversi campi e aziende agricole impegnate nel settore, che già dai prossimi giorni potranno usufruire del nuovo centro per la trasformazione della materia grezza. Un occhio di riguardo sarà infatti per il settore della bioedilizia, particolarmente forte in Puglia e speriamo presto anche nel resto d’Italia: mentre l’edilizia incide per il 30/40% delle emissioni di CO2 nell’atmosfera a livello globale, lo sfruttamento della canapa si rivela molto meno dannoso per l’ambiente.
Un progetto quindi anche di forte valore ambientale, e che mira a rilanciare l’economia sostenibile in tutto il centro-sud, riprendendo la coltura di canapa che un tempo era uno dei punti di forza del mezzogiorno. E proprio su questo tema si è espresso anche Pietro Paolo Crocetta di Bio Hemp Trade: “Il primo passo per tornare ai vecchi albori della canapa italiana che negli anni ’50 era il secondo produttore mondiale di canapa, oggi è finalmente realtà”.